Facilmente percettibili
Le Menzogne a mezz’aria
Stati notturni insistenti,
dolci rumori restanti pioggia.
Occasioni solenni per dimenticarsi del buio,
non vedo che luce
ma il mio cuore è nell’ombra.
Scariche elettriche nell’atmosfera
Si sentono dentro il temporale
Illuminando la bufera
Solenni si riversano nella nube fatale.
venti freddi che muovono il rimanente
grigie immagini accompagnate da suoni,
sono solo figure violente.
Ormai il cielo è altrove.
Un soldatino
per poca attenzione avresti potuto muovere una mano.
Immobile, aspettavi il suo viso, la distanza del bosco, una corteccia più in la c’è il muschio e nuvole fatte di lacrime evaporate nell’aria.
Riposavi afflitto, sognando, lacrime di resina, dov’era tua madre?
avresti vissuto un altro giorno.
Attore della realtà, come tutti.
Solitudine.
Poche lacrime ti sarebbero bastate per dimenticare il passato.
Volevi scappare,
Ogni tuo passo era una nota di guerra.
Di te non era rimasta che segatura e qualche scaglia di vernice rossa.
In quel momento era solo lui, abbandonato al silenzio,
non voleva cadere,
vedeva il suo riflesso in una pozzanghera,
non si sentiva un fantasma,
sarebbe stato il primo,
l’ultimo,
il cielo pareva cenere ,
il vento lo accarezzava senza lasciarne traccia,
la nebbia.
Nata a gennaio
quando il freddo rischia di divorarti le mani,
questo respiro innocente,
Lei non aveva fatto nulla,
solo un gesto ,una parola ,
innamorata,
aveva detto che avrebbe raccolto la sue lacrime in una piccola boccetta di cristallo,
una farfalla d’inverno, come una rosa, a chi l’avresti donata,
ti saresti nutrito dei suoi sguardi fino a ritrovarti qui,
come un fantasma.
Il tempo divora le nostre voglie perché non siamo altro che lacrime del cielo.
Non ti avrebbe cercato nessuno, ormai la terra respira solo brina
Innamorarmi di nuovo non mi sarebbe servito, per poi scappare come avrei fatto.
Mi accontento del tuo respiro che sa di cenere.
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